E’ possibile sapere di quanta acqua ha bisogno una pianta per vivere?
A volte, per prevenire il problema dell’avvizzimento si tende ad eccedere con la quantità di acqua somministrata alle piante. Questa strategia è totalmente sbagliata, in quanto un’irrigazione sovrabbondante non apporta alcun vantaggio: il terreno infatti è in grado di trattenere solamente una quantità di acqua uguale alla sua cosiddetta capacità di campo; a seconda della struttura del terreno, l’acqua in eccesso viene drenata negli strati inferiori attraverso la percolazione oppure, in condizioni di saturazione, si accumula in superficie dando origine al ristagno, un fenomeno che può risultare letale per la pianta in quanto causa di asfissie radicali. Le piante assorbono quindi solo una certa quantità dell’ acqua resa disponibile: il resto si traduce in un eccesso potenzialmente dannoso oltre che in uno spreco economico.
La quantità di acqua necessaria alla sopravvivenza di una pianta è dettata quindi dai fattori che influenzano l’evapotraspirazione e il contenuto idrico del suolo. Ne risulta che in presenza di circostanze come alte temperature, bassa umidità atmosferica, forte ventosità, etc., le piante abbiano bisogno di maggiori apporti idrici per fronteggiare l’ingente quantità di acqua traspirata ed evaporata.
Per quanto riguarda i diversi substrati colturali, è fondamentale conoscere le caratteristiche del terreno utilizzato, sia per verificare che esso sia idoneo alla coltivazione di una determinata specie, sia per capire le sue proprietà idrologiche.
Suoli prevalentemente sabbiosi o con alta percentuale di materiale inorganico, ad esempio, trattengono meno umidità rispetto a terreni a composizione torbosa o argillosa, che grazie all’’elevata presenza di micropori possono immagazzinare una maggiore quantità di particelle acquose negli spazi della loro struttura. Ciò consente di avere un terreno umettato più a lungo, ma molto soggetto a ristagni nel caso di piogge intense o irrigazioni abbondanti.
Per garantire alle piante un corretto apporto idrico è quindi necessario optare per substrati dalla composizione bilanciata, in grado di mantenere un adeguato livello di umidità e drenare velocemente eventuali eccessi, conservando la propria permeabilità. E’ utile verificare che il terreno risulti sempre leggermente umido al tatto, bagnandolo nel caso si presenti troppo secco. La perdita di turgore delle foglie è il primo sintomo visibile di una mancanza d’acqua: l’aspetto sofferente della pianta, con foglie raggrinzite e curvate verso il basso è dovuto proprio ad un ridotto quantitativo di acqua nei tessuti vegetali.
Riassumendo, si può affermare che per irrigare efficacemente non esista una regola da seguire, ma sia necessario basarsi sull’osservazione costante ed attenta dello stato della pianta, prediligendo interventi irrigui frequenti ma commisurati alle reali condizioni ambientali per evitare fenomeni di stress idrico.